Poesie di Pascoli dal 1872 al 1880
Nella sua bara, povera piccina,
posan due fiori, e marciran pur lì,
una stelletta alpina
e il fior de' suoi be' dì.
E il padre fece scoperchiar la bara
ed abbracciò quel suo perduto amor.
E: "chi t'uccise, o cara,
l'hai maledetto ancor?"
Egli le disse. Ella un gentil sorriso
avea sul labro e parve sospirar;
e con lo sguardo fiso
parve quasi negar.
Ed io dissi: "Egli è un tempo, o triste vecchio,
che par buono morire a quindici anni".
Ei mi porse l'orecchio
e disse: "A quindici anni?"
Ed io dissi: "Egli è un tempo in cui l'amore
sembra quasi un delitto a un cor gentile!"
Ei ripetè: "L'amore?
a un core? a un cor gentile?"
Come rondini, allor che le sue brine
gemmee, tramuta in pigre nebbie l'anno,
le povere piccine
aprono l'ali e vanno.
Come sussulta, freme, arde, il bel maggio!
Crepuscoli di rose ed albe d'oro!
Ma nel greppo selvaggio
i fior parlan tra loro:
Ci si pompeggia con le vesti nuove:
fama per l'odorose aure ne va:
ci predan per l'alcòve
nati alla libertà.
Dice il fior sull'aurora, e, mentre il vento
tra i cespi soffia un trillo di leuto,
abbassa al suol d'argento
il capo di velluto.
Giovanni Placido Agostino Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 - Bologna, 6 aprile 1912)
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