Ai marinai e soldati in Tripolitania, nel Natale del MCMXI
Sopra la terra le squille suonano
il mattutino. Passa una nuvola
candida e sola.
L'Italia! L'Italia che vola!
che passa in alto con tutte l'anime
nostre com'una sola grande anima!
Dice: - Là, io
trascorra la notte di Dio!
Là non le squille suonano a gloria;
non le zampogne querule cantano
la pastorale
che suscita un battere d'ale,
non lumi a festa per tutto brillano
come se a cena tutti il lor angiolo
ci abbiano, biondo,
dei tanti discesi sul mondo,
non arde il ceppo che s'apre e crepita
quando col bimbo viene la Vergine,
ch'entra e soave,
ciò che le fu detto, dice: Ave!
Là balenare d'armi, là subite
luci, là rotte grida, là murmuri
come da tombe,
là squilli improvvisi di trombe.
Sì. Ma più sacra m'è quella tenebra,
tra palme e ulivi, sotto le nomadi
tende. Là, sento,
si veglia aspettando l'avvento!
Là, tutto è santo! Vegliano, credono,
attenti al cielo, pronti a rispondere
alla sua voce!
Là, sono anche i martiri in croce...
Poesia dedicata agli italiani in Tripolitania, la regione nord della Libia, il territorio intorno a Tripoli (1911).
Giovanni Placido Agostino Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 - Bologna, 6 aprile 1912)
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